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In Bergamasca disoccupazione più bassa che in Germania

La Bergamasca può vantare una disoccupazione più bassa di quella tedesca. Il dato è emerso durante la presentazione dei dati relativi al primo anno di attività dello Sportello Orientamento Lavoro della Cisl.

«Bergamo è al primo posto tra i territori che meglio hanno reagito alla crisi, come testimoniato nei giorni scorsi anche dal Sole24Ore – ha sottolineato Giacomo Meloni, della segreteria Cisl di Bergamo -. Il nostro territorio a fine 2016 vede una disoccupazione al 5,3%, un dato sicuramente incoraggiante se pensiamo che quella della Germania è al 5,9%. Però, se guardiamo anche l’altra faccia della medaglia, non dobbiamo dimenticare che prima della crisi in Bergamasca la disoccupazione era al 3%. Quindi strada da fare ce n’è ancora».

Anche perché, secondo la Cisl, restano parecchie zone d’ombra. «Riguardano soprattutto i giovani (25% la disoccupazione tra i 15 e i 24 anni, 14,5 tra i 18 e i 29 anni), l’occupazione femminile, e la qualità del lavoro, con dati che segnalano l’aumento del tempo determinato, del lavoro “incerto o precario” e del lavoro nero e irregolare», ha aggiunto Meloni.

Per questo continua l’impegno del sindacato di via Carnovali per lo Sportello Orientamento Lavoro. «La nostra scelta con l’avviamento dello Sportello – ha detto ancora Meloni – è stata quella di non lasciare solo nessuno, aiutare e orientare nella ricerca del lavoro. È un investimento importante che la Cisl fa nei confronti delle persone che sono in cerca del lavoro o che lo hanno perso».

Il sindacato ha inoltre deciso di allargare l’orizzonte. Da qualche anno, dopo la crisi, si sta infatti riscontrando un disagio sempre maggiore, da parte di chi ha perso il lavoro. Disoccupati, esodati, cassintegrati e inoccupati vanno a costituire un esercito di persone che sviluppa patologie ansiose e depressive: calo dell’autostima, difficoltà a percepire competenze personali, perdita del ruolo lavorativo e sociale. La situazione è resa particolarmente grave dalla difficoltà a reintegrarsi nel mondo del lavoro, soprattutto per gli over 46 e per le donne, oltre alla grande difficoltà a ottenere un primo lavoro per i più giovani.

È nata quindi l’esigenza, condivisa dalla Cisl e dall’associazione “Un porto per noi”, di rispondere in modo mirato e specifico a questa emergenza. Si sta mettendo in campo un progetto che lavori a 360 gradi per rispondere sia all’esigenza clinica di ridurre la patologia ansiosa-depressiva, sia alla riattivazione della persone in termini di autostima, efficienza e efficacia percepita e quindi giocata in azioni specifiche di reinserimento nel mondo del lavoro.

Nel video il servizio di Antenna2 con il bilancio di un anno di attività dello Sportello Lavoro:

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