Album of the week

STEELHEART – Through Worlds Of Stardust

Ci sono voluti ben 9 anni in casa Steelheart per dare un seguito a “Good 2Be Alive”, ed ora eccoci qui ad ascoltare il nuovo arrivato di casa Matijevic, sempre più padre/padrone della band americana.

L’album è stato registrato insieme a diversi musicisti, tra cui il chitarrista Uros Raskovsky, il bassista Rev Jones e il batterista Mike Humbert. E’ bene dire subito che chi dagli Steelheart si aspetta sempre un seguito dei primi due classici album degli anni ’90 si troverà abbastanza spiazzato dalla direzione sonora attuale della band, peraltro comunque già ampiamente chiara dal disco precedente e dalle varie performance live dei nostri, non ultima quella alla scorsa edizione del Frontiers Festival in quel di Trezzo che tutt’ora fa discutere. “Stream Line Savings” suona come un mix tra gli Alice in Chains e i Led Zeppelin, un brano d’apertura notevole, giocato su un andamento ipnotico in cui Matijevic è libero di dare sfogo al proprio talento. “My Dirty Girl” è un hard rock roccioso e dalle tinte alternative che esplode in un ritornello contagioso, mentre “Come Inside” mi ha ricordato i Kingdom Come dell’ultimo periodo e di riflesso ovviamente ancora i Led Zeppelin. La traccia numero 4 è “My World” e tra quelle finora ascoltate quella che mi dice meno, ma è il preludio alla seconda parte del disco che cambia in maniera sostanziale rispetto alla prima. Infatti “You Got Me Twisted” è una ballata vecchio stampo, sonorità più classiche e Matijevic che disegna una melodia pianoforte/voce in crescendo, che culmina in una parte centrale elettrica di grande livello, a mio parere una delle più belle ballate sentite negli ultimi anni. Subito dopo troviamo “Lips Of Rain”, altra ballata per pianoforte e voce che rispetto alla precedente è ancora più delicata e sofferta, anche se non ne raggiunge i livelli. E a dimostrazione che ormai a Matijevic certe dinamiche commerciali importano poco, con “With Love With Live Again” piazza il terzo pezzo lento di fila che con chitarra acustica e orchestrazione permette al cantante di origine croate di mettere in mostra ancora una volta il grande talento di cui madre natura lo ha dotato. Andiamo verso la fine con “Got Me Running” e “My Freedom”, altri due bei pezzi di puro hard rock dalle tinte seventies ma sempre filtrate da sonorità più moderne, per concludere con “I’m So in Love With You”, altra ballata ( la quarta su 10 canzoni ) costruita sul binomio pianoforte/voce e dai toni soffusi e notturni. Personalmente trovo questo ritorno degli Steelheart decisamente riuscito, che mette in mostra un artista maturo, dotato di grande talento e di una spiccata personalità, ma soprattutto capace di mettersi in gioco e di seguire la propria strada senza guardarsi troppo indietro.

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