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Gromo, due antiche spade tornano a casa

Chissà che città hanno attraversato, quali mari hanno solcato, che mani le hanno strette, chi hanno ferito o magari anche ucciso. La loro storia la portano incisa nel metallo. Ma ora tornano a casa, dove sono state forgiate. A Gromo.

Si chiamano Nimcha e Schiavona, due spade del 1650 e del 1700, e andranno ad arricchire la collezione del Map (Museo delle armi bianche e pergamene). Sono state recuperate dal collezionista Luigi Santus, ex sindaco del paese, che le ha affidate al museo. La presentazione è in programma domani (sabato 30 dicembre) alle 15,30 nella sala consiliare del municipio (seguirà una visita guidata al museo).

Piazza Dante a Gromo

«L’amministrazione comunale prosegue nell’impegno per la valorizzazione del nostro passato – sottolinea Valentina Santus, consigliera delegata alla Cultura -. Lo fa da quello che è stato il fulcro della storia del paese fra il 1400 e il 1600: il borgo medievale». Fino al XVII secolo, infatti, Gromo fu una delle più importanti fucine di lame in Europa. Un’industria fiorente di fatto spazzata via dalla furia del torrente Goglio il 1° novembre 1666, in seguito a un’alluvione.

L’ingresso del museo

Ma le armi di Gromo hanno continuato a girare per il mondo. E alcune sono tornate persino al punto di partenza, testimoni di un mondo che fu. «Il nostro museo racconta la storia della produzione di queste armi bianche, fondamentali per il commercio medievale», aggiunge Valentina Santus.

Come sono le due nuove spade

Nel video di Antenna2, Luigi Santus spiega come sono fatte le due spade e quali sono le loro peculiarità:

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