Arrivano dalla Norvegia i Razorbats, e come dice il titolo del disco questo è il loro secondo album dopo l’esordio “Camp Rock” uscito a settembre del 2015.
Rispetto al disco d’esordio ci sono stati dei cambiamenti di formazione importanti, che hanno portato all’interno della band il nuovo cantante Paulie Vercouteren,il bassista Chris Haugerud e il chitarrista Asle Tangen che vanno ad aggiungersi ai membri originali Kjetil F. Wevling alla chitarra e Knut S.S. Wettre alla batteria. Rispetto al primo lavoro questi cambiamenti di formazione hanno portato anche a qualche modifica a livello di sonorità, anche se la componente predominante è sempre un rock’n’roll energico con spruzzate di punk. Si parte con “Waiting” , tra New York Dolls e Cheap Trick, glam rock con chiarissimi riferimenti ai seventies, a cui fa seguito “Take It Out On The Road” rock’n’roll d’impatto tra Hellacopters e Imperial State Electric. “Social Rejects” pigia il piede sull’acceleratore mentre “Dead Boy City” è un mid tempo che punta molto sulla melodia facendo decisamente centro. Ritornano i Cheap Trick in “Bad Teacher” ed è un bel sentire, come del resto anche in “Sister Siberia”, dove i nostri esplorano territori vicini ad un certo melodic rock di stampo americano per un brano differente dal resto del disco ma non per questo meno riuscito, anzi. Andiamo verso la fine con la divertente “Going Underground” e la punkeggiante “Send In The Clowns” , prima che la ballata “Talk All Night” scriva la parola fine ad un disco che fin dal primo ascolto centra il bersaglio, se apprezzate questi tipo di suono questo secondo lavoro della band norvegese è una delle migliori produzioni che troverete sul mercato.