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Gandellino, contributi per chi apre un’attività in paese

Si chiama spopolamento ed è il male di cui soffrono i piccoli centri di montagna. Ormai, il calo sembra inarrestabile (come abbiamo documentato nei giorni scorsi). Ma c’è chi non si arrende e cerca di escogitare misure per arginare il fenomeno. Come l’amministrazione comunale di Gandellino, che in questi giorni ha dato il via libera a due provvedimenti mirati a mantenere in paese soprattutto i giovani.

«In realtà – spiega la sindaca Flora Fiorina -, una delle due misure non è altro che il rinnovo di un provvedimento già deliberato all’inizio del mandato. Si tratta della riduzione del 50% degli oneri di urbanizzazione per chi costruisce una nuova casa o ne ristruttura una già esistente. Riguarda persone fino 38 anni, singoli o coppie, indipendentemente dal fatto che siano sposate o no, che decidono di stabilire la loro dimora sul territorio del comune di Gandellino».

Ma l’amministrazione ha deciso di attuare anche un’altra iniziativa. Già approvato in Giunta, il provvedimento approderà appena possibile anche in Consiglio comunale. «Lo scopo è dare un aiuto economico a chi ha intenzione di avviare in paese una piccola attività commerciale, artigianale o di servizio alla persona – spiega ancora la sindaca -. Questo perché quando si intraprende una nuova attività spese come la tassa rifiuti, l’Imu o le bollette finiscono per incidere sui costi».

Da qui la decisione dell’amministrazione comunale di mettere a disposizione un contributo. «Non potendo non far pagare tasse come la Tari e l’Imu, avremmo deciso di mettere a disposizione per tre anni un contributo di circa mille euro all’anno – prosegue Flora Fiorina -. Sappiamo benissimo che non si tratta di grosse cifre, ma vogliamo far capire che l’amministrazione intende agevolare l’apertura di nuove attività. Un modo per dare anche la possibilità di mantenere la residenza in paese».

Anche questo provvedimento è rivolto a persone fino ai 38 anni d’età. E proprio sulla soglia scelta si sofferma ancora la prima cittadina: «Capisco che chiamare giovani persone di 38 anni possa sembrare strano. Ma dobbiamo considerare che l’ingresso nel mondo del lavoro avviene in ritardo rispetto a un tempo. Risulta così difficile per delle persone di 25 o 26 anni poter impegnare le loro energie e le loro risorse nella casa o in un’attività. Ecco perché abbiamo fissato un’età apparentemente avanzata, ma che secondo il nostro punto di vista corrisponde alla realtà lavorativa della maggior parte delle persone».

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