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Quattro proposte per “tagliare” le curve della Selva

La strada è lunga – e non sappiamo nemmeno se si arriverà alla fine –, ma un primo passo è stato fatto. Sul tavolo del presidente della Comunità montana Valle Seriana, Giampiero Calegari, è arrivato un primo studio di fattibilità per la variante di Ponte Nossa. Contiene quattro proposte per “tagliare” le curve della Selva, nodo irrisolto della viabilità in Alta Valle. 

Anche Calegari mette le mani avanti e ribadisce che l’iter per arrivare alla realizzazione dell’opera si prospetta lungo e complesso. «Non voglio illudere nessuno, sono procedimenti che richiedono tempo. Solo per realizzare il progetto ci vorrà un anno. Come direttivo siamo partiti per risolvere questo problema, ma il percorso è difficile. Detto questo, è anche vero che se non si parte mai non si raggiunge alcun obiettivo».

Il punto di partenza, in questo caso, è stato l’incarico affidato dalla Comunità montana per analizzare possibili soluzioni. Di fatto, disegnare sulla carta ipotesi di tracciato della nuova strada. «Lo studio di progettazione a cui abbiamo affidato questo incarico ci ha consegnato quattro proposte – prosegue Calegari -. In questi giorni le stiamo valutando anche in funzione delle possibilità di finanziamento, in modo da capire quale portare avanti».

Le ipotesi di tracciato differiscono soprattutto per la lunghezza. Si va dai 2 chilometri e 640 della più corta ai 4 e 373 della più lunga. Tutto dipende dai punti di partenza e di arrivo della nuova strada. Nella parte bassa i quattro possibili innesti con l’attuale Statale 671 della Valle Seriana sono previsti nel tratto tra lo svincolo del Ponte Riso e il Ponte del Costone, comunque in territorio di Ponte Nossa. Nella parte alta sono previsti nel tratto tra le curve della Selva e le Fiorine di Clusone (una delle ipotesi è quella di utilizzare l’attuale rotatoria per l’ospedale di Piario). Lo studio ipotizza ponti per superare il Serio, così come tratti in galleria.

Ovviamente la diversa lunghezza incide anche sui costi dell’opera. «Si va da 80 milioni di euro fino a 200 milioni – sottolinea Calegari -. Dobbiamo valutare attentamente le diverse soluzioni e sentire anche cosa ne pensa Anas (che ha in carico la Statale, ndr). Lo studio sarà poi da condividere con la Regione». L’obiettivo finale è ottenere i finanziamenti necessari a realizzare l’opera. Ma, dicevamo all’inizio, la strada è lunga.

L’intervista al presidente della Comunità montana:

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