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Bergamo, a Palazzo Moroni un fine settimana dedicato alla seta

Dopo il successo della sua prima edizione, torna per un intero fine settimana Seta. Sul filo di una storia, il più grande evento del territorio dedicato alla celebrazione dell’arte serica e di tutta la sua filiera produttiva, dalla coltivazione del gelso ai diversi utilizzi del tessuto. L’appuntamento è per venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 maggio 2024 nelle sale e nell’ortaglia di Palazzo Moroni, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano nel cuore di Città Alta. Tre giornate dedicate, a partire da una giornata di studi sull’arte della seta, a cui si aggiungeranno percorsi espositivi, visite guidate speciali, incontri con storici ed esperti di tessuti, installazioni tessili scenografiche, laboratori tematici e interattivi nonché un’eclettica mostra mercato per celebrare memoria e contemporaneità di un’arte nobile, sintesi di stile, artigianalità, genio creativo.

Un filo di seta corre lungo la storia di Palazzo Moroni: la fortuna di questa famiglia, infatti, si fonda fin dal Cinquecento sulla manifattura tessile, a cui si aggiunge nel Seicento la coltivazione del gelso, che campeggia nel suo stemma, che risuona nel suo cognome (morus in latino, murù in dialetto bergamasco) e che fiorisce in questo periodo nella sua ortaglia. Un filo di seta attraversa anche le stanze del palazzo: si ritrova negli abiti dei personaggi dipinti nei capolavori di Giovanni Battista Moroni che sono qui conservati o nelle preziose tappezzerie che rivestono pareti e arredi. Un filo di seta, infine, lega Palazzo Moroni al territorio, perché la produzione della seta per secoli è stata centrale nell’economia bergamasca: l’evento sarà infatti un’occasione per ricordare, e un’opportunità per ricucire la memoria di una tradizione locale oggi perduta che fa parte della storia e della cultura di questo territorio.

Si comincia venerdì 10 maggio con una giornata di studi, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, la Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze, l’Università degli Studi di Bergamo, la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, il Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale e l’azienda Taroni. Il convegno – che si terrà nel Teatro Sant’Andrea in Città Alta – vedrà studiosi, divulgatori, esperti e professionisti del settore impegnati nel racconto della storia della produzione tessile e serica nel territorio lombardo tra il XV e il XXI secolo, con approfondimenti sugli aspetti storici, economici, sociali, artistici e di costume. L’accesso al convegno è libero e gratuito ed è prevista la pubblicazione degli atti della giornata di studi.

Sabato 11 e domenica 12 maggio dalle ore 10 alle 18 il cortile d’onore di Palazzo Moroni si trasformerà in una raffinata vetrina dell’alto artigianato italiano, dove una selezione di realtà artigiane esporrà e venderà oggetti e manufatti tessili, oltre a offrire una dimostrazione concreta del proprio saper fare.

È inoltre previsto un ciclo di visite guidate speciali alle stanze private ottocentesche della dimora da poco inaugurate: Sala Gialla, Sala Rosa, Sala Azzurra, Salottino Cinese e Sala Turca. Gli apparati tessili di queste stanze sono stati oggetto di una serie di interventi di restauro volti a restituire agli ambienti il loro aspetto storico: tappezzerie, tendaggi, rivestimenti in seta, velluto e arazzo, ammalorati e con evidenti criticità conservative, sono stati puliti, consolidati, integrati e protetti. La visita consentirà di scoprire le diverse tecniche di recupero oltre a particolari e dettagli sulle lavorazioni delle preziose sete antiche presenti, dalle tende alle mantovane, dai tappeti ai baldacchini.

Un altro ciclo di visite speciali approfondirà invece i tessuti presenti nella collezione d’arte: a partire dalle celebri tele di Giovanni Battista Moroni – come i ritratti di Gian Gerolamo Grumelli (Cavaliere in rosa) e di Isotta Brembati -, le opere della collezione si prestano infatti a una narrazione inconsueta che illustrerà per la prima volta questi capolavori non secondo i canoni classici della storia dell’arte, ma attraverso il racconto di dettagli meno documentati come l’origine, la lavorazione, il ricamo, la finitura di un tessuto, di un arredo o un costume.

Una rassegna di laboratori dimostrativi – a cura del Museo del tessile Martinelli Giletto di Leffe, dell’azienda agricola Mooroon di Gallarate – inviterà inoltre adulti e bambini a osservare con i propri occhi e apprendere in modo empirico come funziona il ciclo naturale della seta, dalla coltivazione dei gelsi all’allevamento dei bachi, al dipanamento dei bozzoli, fino alla trattura del filo e alla tessitura. Inoltre, nell’ambito del progetto Narrare lo sviluppo, tessere l’identità, condotto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, le sarte di Taivè – realtà di Caritas Ambrosiana volta alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro di donne in stato di fragilità – condurranno, insieme ad alcuni studenti della Facoltà di Scienze della Formazione, un laboratorio tessile sul riutilizzo creativo della seta e di altri materiali altrimenti destinati allo scarto. Al workshop dimostrativo si aggiungerà il racconto dell’esperienza vissuta delle sarte, provenienti da 14 paesi di tutto il mondo (accesso libero).

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze verrà proposto invece un ciclo di laboratori tematici dedicati alla tessitura su telai e alla tintura naturale: si potranno scoprire diverse tecniche come quella dell’intreccio a lacci, impiegata in passato per la creazione di cordoni, e della tessitura a tavolette, utilizzata fin dall’età del bronzo per realizzare nastri e bordure decorative. E ancora, ci si potrà cimentare con la tessitura base su telaio a cornice, imparando a tessere braccialetti dalle fantasiose trame geometriche con filati di origine naturale, come cotone, canapa, ortica e bambù; e si potrà sperimentare la tessitura con le dita, antica tecnica dei Nativi Americani atta a realizzare fasce decorative e cinture. Si potrà inoltre partecipare a un laboratorio di tintura naturale, sperimentando alcune semplici tecniche con il colore estratto dalle radici della pianta tintoria della robbia. L’attività ruoterà intorno alla scoperta dell’antica arte giapponese dello shibori, che consiste nella realizzazione di nodi sui tessuti da tingere in modo da ottenere sorprendenti fantasie astratte.

Una collaborazione tra FAI e NABA, Nuova Accademia di Belle Arti ha coinvolto gli studenti dell’Area Fashion Design in un lavoro di ricerca stilistica e studio storico delle ambientazioni del palazzo, delle sue tappezzerie e degli arredi tessili, sfociata nella mostra NABA Textile Room, che pone in relazione la lavorazione della seta con prassi accademiche legate all’artigianato e al patrimonio culturale del territorio.

Il piano nobile ospiterà Dialoghi in seta: dieci frammenti di sete antiche selezionati dalle collezioni della Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze faranno da riverbero – con le loro cromie, trame e motivi – agli affreschi, ai dipinti e alle tappezzerie della dimora. Per favorirne la fruizione, il percorso espositivo si espanderà grazie a uno spazio narrativo digitale in cui poter approfondire verticalmente curiosità, aspetti tecnici, contesti storici e legami con la contemporaneità.

Sabato 11 maggio alle ore 17 si terrà inoltre un incontro di presentazione del volume edito da Marsilio Il Design del tessuto italiano: dal Déco al Contemporaneo, a cura di Massimo Zanella e Vittorio Linfante. Dalle sperimentazioni di Lucio Fontana e Gio Ponti ai motivi optical di Germana Marucelli e caleidoscopici di Emilio Pucci; dagli effetti trompe-l’oeil di Roberta di Camerino alle sensibilità pop di Ken Scott, Elio Fiorucci, Gianni Versace e Franco Moschino; dal lavoro sull’heritage di Prada, Valentino e Marni alla valorizzazione dell’archivio aziendale di Missoni, il libro ripercorre la storia della nascita del concetto di made in Italy, che ha concorso al ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama della moda e del design internazionali. Al termine, verrà offerto un aperitivo a cura della Cantina Villa Caviciana, azienda agricola del FAI a Gradoli (VT).

Infine, grazie al prezioso contributo di Taroni, un’installazione scenografica immersiva vestirà di seta il porticato d’ingresso del palazzo e farà da cornice al palinsesto di attività nelle sale interne e nella corte. Il progetto prevede l’allestimento di cangianti e voluminosi drappi di seta, le cui sfumature di colore sono ispirate agli abiti ritratti nei capolavori della collezione d’arte del Palazzo.

Grazie alla collaborazione con l’ENS – Ente Nazionale Sordi sezione di Bergamo, saranno disponibili visite in Lingua dei Segni.  Inoltre, verrà inaugurata un’altra tipologia di percorso speciale, che consisterà in una visita tattile: con l’ausilio di un’audioguida, supporti tattili e un accompagnamento guidato, il pubblico potrà vivere una suggestiva esperienza sensoriale e scoprire attraverso il tatto la matericità, la morbidezza e la raffinatezza delle sete del Palazzo, da quelle che ornano le tappezzerie, ai rivestimenti tessili degli arredi.

Per informazioni www.palazzomoroni.it

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