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Media Valle, Fiorano dice no alla fusione: “Meglio l’unione”

In Media Val Seriana si continua a discutere di comune unico. Il tema della fusione resta al centro del dibattito politico, anche se le posizioni rimangono distanti. Solo Vertova appoggia il progetto, mentre Cene, Colzate, Fiorano e Gazzaniga per ora non ne vogliono sapere. In questi giorni la maggioranza di Fiorano ha messo nero su bianco la propria posizione con una nota del capogruppo Antonio Guardiani. Parole nette per dire che il percorso intrapreso dalla Commissione guidata dall’ex sindaco di Vertova Riccardo Cagnoni non va. “La fusione non è un processo obbligatorio – puntualizza anzitutto Guardiani – . La Legge richiede che i comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti esercitino obbligatoriamente in forma associata nove delle dieci funzioni fondamentali, mediante unioni di comuni o convenzione. La fusione quindi non solo non è obbligatoria, ma non è nemmeno una delle scelte proposte dalla legge per soddisfare il requisito della gestione associata delle funzioni”.

La maggioranza di Fiorano non fa mistero di preferire l’unione alla fusone. “Nelle unioni, i singoli Comuni collaborano ma restano autonomi. Nella fusione, al contrario, l’identità dei singoli Comuni coinvolti è cancellata e si costituisce un nuovo Comune per fusione dei precedenti che scompaiono”. Altro elemento a favore dell’unione è che “i singoli Comuni possono decidere di uscire, costituirne di nuove o entrare in altre Unioni già esistenti”, mentre “le fusioni sono irreversibili: non possono essere più sciolte se non per scissione (ammessa solo al raggiungimento dei 10.000 abitanti nel Comune che si vuole staccare)”. Inoltre, sostiene Guardiani, “l’Unione dei Comuni mantiene invariata la rappresentanza democratica con cariche elettive al vertice nominate dal basso. Ciascun Comune, rimanendo autonomo, ha il suo sindaco, la sua Giunta e i suoi consiglieri. Si crea poi un ente di secondo livello, cui partecipano gli amministratori di tutti i Comuni coinvolti. In caso di fusione, al contrario, c’è un “restringimento” democratico, poiché essendoci un unico Comune, c’è un unico sindaco, una sola Giunta e un solo Consiglio comunale. Non c’è garanzia di rappresentatività degli ex Comuni”.

Un altro aspetto che Guardiani mette in luce è quello dei costi della politica. “L’Unione è a costo zero e non prevede per legge gettoni di presenza. Le cariche non prevedono emolumenti aggiuntivi. Al contrario con la fusione le poltrone si riducono in termini di numero, ma sono più fruttuose economicamente per chi ricopre l’incarico. In sostanza crediamo che con la fusione avremmo meno politici più lontani dai cittadini e più ricchi; con l’Unione più politici vicini al territorio e ai cittadini ma che dovrebbero lavorare di più”. Infine, a non convincere la maggioranza di Fiorano è il modo di procedere scelto, un iter ritenuto “frettoloso e privo di analisi”. “Non ci riferiamo al mero controllo statistico dei dati economici dei cinque comuni, ma a una vera progettualità e a un altrettanto vero coinvolgimento dei cittadini”, prosegue Guardiani. Il capogruppo conclude: “Noi riteniamo che lavorare con impegno, superando resistenze e criticità di cui noi tutti a volte siamo responsabili, sia una risposta meglio misurabile nel tempo rispetto all’idea di “facciamo la fusione e poi vediamo””.

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