Speciale Migranti

«Siriani in transito» a Pradalunga

«Voglio un passaporto europeo per andare ovunque. Con un passaporto siriano non fai nulla. Tu, invece, basta che pensi e vai dove vuoi». Quella che avete appena letto è una delle frasi che accompagnano le immagini della mostra «Siriani in transito», allestita in questi giorni negli spazi della biblioteca di Pradalunga. Una mostra di fotografie dalle quali emergono la paura, l’ansia, le speranze di un popolo in fuga dalla guerra. Scatti che sono stati esposti a Milano, Bergamo, e ora possono essere visti anche in Valle Seriana.

«Potremmo dire che la mostra è un viaggio ideale attraverso le tre tappe che i profughi siriani sono costretti a passare per arrivare alla loro destinazione finale – spiega Luana Varalta, della biblioteca di Pradalunga –. La prima di queste tre tappe è Catania, per molti di loro l’approdo in Europa, poi devono risalire la Penisola fino a Milano e da qui tentano in tutti i modi di arrivare in Svezia perché è una delle nazioni che si è mostrata più accogliente nei confronti di questa popolazione».

Il progetto «Siriani in transito» è curato da Marta Mantegazza, Anna Pasotti e Alessandra Pezza. Le fotografie sono di Anna Ruggieri. «Siamo tre mediatrici interculturali e, frequentando i centri di accoglienza per i siriani a Milano come operatrici e volontarie, siamo diventate testimoni dirette dell’assurdo viaggio a cui l’Unione europea costringe i siriani in fuga dalla guerra, già provati da anni di conflitto e di esilio nei paesi limitrofi – si legge nella presentazione della mostra –. Di fronte a storie simili e uniche al contempo, unite tutte dal non avere eco, è emersa l’esigenza di dar voce a queste persone per portare informazione sul viaggio da loro compiuto. Per farlo si è pensato ad uno strumento semplice, efficace e facilmente diffondibile: la fotografia». Alla base del progetto, proseguono le curatrici, «c’è la convinzione che si debba avere il diritto di scegliere il paese in cui si vuole vivere, che la libertà di circolazione sia un diritto e che debba dunque avvenire con mezzi sicuri e legali e che, dunque, ci debba essere in tal senso una diversa politica nazionale ed europea».

Biblioteca Pradalunga
L’ingresso della biblioteca di Pradalunga

«La mostra è itinerante per sua natura, non solo per il tema – aggiunge Luana Varalta –. È stata in piccoli centri, all’Università di Bergamo o addirittura presso le sedi della Commissione europea». A Pradalunga è approdata grazie alla collaborazione tra biblioteca, associazione di alfabetizzazione «Viceversa» e Amministrazione comunale. «Ci sembrava che questa mostra desse la possibilità di una riflessione, partendo da una popolazione come quella siriana che ha problemi legati alla guerra, allargandola poi a tutti quei popoli che negli ultimi mesi sono motivo di discussione e di preoccupazione per le comunità che si trovano ad ospitarli più o meno volontariamente», osserva l’assessore alla Cultura Emilia Pezzotta. Un’occasione per riflettere, dunque, «attraverso l’utilizzo della fotografia, che gioca anche sulle emozioni e riesce a parlare di argomenti tragici e delicati come quello di un popolo che deve spostarsi dalla sua nazione e cercare una seconda possibilità di vita», prosegue l’assessore.

La mostra si potrà visitare negli orari di apertura della biblioteca fino al 31 ottobre. Da segnalare l’appuntamento di questa sera (venerdì 23 ottobre): la proiezione gratuita del film «Io sto con la sposa», alle 20,30 nell’auditorium delle scuole medie. Una pellicola, sottolinea Luana Varalta, «che racconta una storia, a metà tra realtà e fantasia, di un viaggio rocambolesco dalla Siria alla Svezia, come quelli di tanti protagonisti della mostra, alla ricerca di un po’ di tranquillità, lontano dalla guerra».

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