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Fusione dei Comuni, si apre il dibattito

Pochi giorni dopo la conclusione del primo ciclo di incontri pubblici promossi dai primi cittadini dei paesi coinvolti nel progetto di fusione dei comuni (relativo ai paesi di Rovetta, Fino del Monte, Onore, Cerete e Songavazzo) le minoranze consiliari di Cerete e Rovetta, attraverso una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede dell’Unione dei Comuni della Presolana, hanno presentato le ragioni del no al comune unico.

«Oggi ci siamo trovati qui all’Unione – spiega Paola Rossi, capogruppo di minoranza a Cerete – come gruppi di minoranza di Cerete e Rovetta insieme ad alcuni cittadini, per esprimere le nostre contrarietà e perplessità sul progetto di fusione che è stato portato avanti dai cinque comuni. Il nostro obiettivo è quello di informare e analizzare le criticità e porle all’attenzione della cittadinanza. Faremo alcune assemblee nei prossimi mesi e anche a ridosso del futuro referendum. Abbiamo già una pagina su Facebook “No fusione” e apriremo una pagina web per potere affrontare o chiedere quelle precisazione che nelle assemblee pubbliche non sono state affrontate. Pensiamo che sia importante che i cittadini vengano informati perché il referendum purtroppo non ha bisogno del quorum per passare per cui indipendentemente da quante persone andranno a votare, anche se saranno il 20% degli aventi diritto, avranno peso e decideranno sul sì o sul no relativamente al progetto di fusione».

Mauro Marinoni, ex primo cittadino di Rovetta ha preso una posizione fortemente critica rispetto al progetto di fusione.

«Quando ero amministratore – afferma Marinoni – a Rovetta ho contribuito alla nascita dell’Unione dei Comuni della Presolana in quanto credevo allora e lo credo anche ora che la collaborazione dei comuni sia importante per la gestione associata dei servizi e per la realizzazione di infrastrutture. Gli stessi cinque comuni stanno ora realizzando un progetto di coordinamento dell’ufficio tecnico e attraverso l’Unione è possibile gestire tutta una serie di servizi. Credo sia importante che in ogni paese rimanga una forte rappresentanza amministrativa. La presenza di un sindaco e un consiglio comunale consente l’attenzione al territorio alle esigenze dei cittadini e alla qualità dei servizi sicuramente più elevata e superiore a mio avviso a quella che si può realizzare attraverso un comune di medio-grandi dimensioni. Basta vedere quanto è successo in questi ultimi anni di crisi: tutto sommato i nostri paesi sono stati in grado di erogare un servizio e una serie di servizi di qualità comunque elevata e probabilmente superiore rispetto ad altre realtà. Il sindaco e l’amministrazione comunale, all’interno di una comunità non è soltanto un organo burocratico e amministrativo che deve far quadrare i conti, ma è parte della comunità che consente di sollecitare i cittadini nella vita sociale e nella vita associazionistica con la realizzazione di un unico comune. Tutto questo si perderà. Esiste un altro problema rispetto a questo progetto di fusione: il comune di Rovetta per grandezza demografica è dominante, per cui ci sarà un problema di rappresentanza. Tra Rovetta e San Lorenzo c’è sempre stata una regola non scritta e rispettata per cui su tre amministratori uno doveva essere di San Lorenzo e questo ha consentito uno sviluppo equilibrato nella vita politica amministrativa delle due realtà. Con cinque comuni credo che questo non sarà possibile e questo creerà tutta una serie di beghe di carattere campanilistico che renderà difficile la gestione. Tenete inoltre presente che un comune di 8.000 abitanti attirerà l’attenzione dei partiti politici per cui accanto alle beghe di carattere campanilistico ci saranno quelle politiche. I rappresentati politici della zona sono molto attenti ai risvolti del progetto. State molto attenti all’equazione: ci fondiamo uguale migliori servizi, minori costi, minore spese, minori tasse. Non è così nemmeno per quanto riguarda i costi della politica. Approfondite le vicende: seguite il dibattito che ci sarà in questi mesi perché la scelta della fusione è irreversibile e quindi bisogna cercare di non sbagliare».

Jacopo Scandella, consigliere regionale del partito democratico, si dice favorevole al processo di fusione che stanno affrontando i comuni di Rovetta, Fino del Monte, Onore, Cerete e Songavazzo

«Questo progetto – afferma Scandella – è probabilmente il fatto politico amministrativo più rilevante del nostro territorio degli ultimi anni e proprio per questo motivo penso sia importante per prima cosa che tutti i cittadini vogliano informarsi, partecipare alle assemblee, sia pro, sia contro che verranno organizzate sul territorio per farsi un’idea e votare. Abbiamo avuto in regione Lombardia diversi referendum sulla fusione che hanno ottenuto affluenze molto basse e sarebbe bello che su una scelta così importante tutti i cittadini si sentissero motivati a partecipare. È un progetto importante anche perché parte dalla buona fede di chi lo propone: nessuno tra gli amministratori di minoranza o maggioranza ha qualche interesse da difendere nel proporre questo progetto. Si tratta di fare una scelta sul futuro del nostro territorio e per questo credo che sia giusto e bello che sia molto partecipata. Per entrare nel merito in un momento di difficoltà come è stato quello di questi anni per questi comuni viene naturale pensare che ci si debba unire, mettersi insieme e collaborare. I temi sono tanti: dal mettersi insieme i servizi, riuscire a garanti servizi omogenei e di migliore qualità, la programmazione territoriale, decidere i servizi le opere, quali fare e quali non farle. Il peso politico che si acquisisce nello stare insieme crescerà. Ci sono tanti aspetti che credo trovino un vantaggio in una maggiore collaborazione e integrazione tra i comuni del nostro territorio. C’è poi un aspetto che riguarda l’identità, io lo dico da persona che ha vissuto e vive su questo territorio: ho fatto l’asilo a Songavazzo, le scuole elementari a Onore, le medie a Rovetta, le superiori a Clusone. Nulla ha tolto all’identità di unione delle singole comunità, che resta viva, penso San Lorenzo e alle Fiorine che mantengono una loro comunità, una parrocchia piuttosto che una sportiva, comunità molto vive che organizzano iniziative e si sentono di avere un’identità propria nonostante il consiglio comunale o l’amministrazione siano in altri ambiti. E questo porta a un maggior beneficio a livello amministrativo e a minori sprechi. Quindi il giudizio nell’invito a partecipare e a tutti i cittadini, a informarsi e a farsi un’idea, è quello che probabilmente fare oggi e decidere oggi del nostro futuro è meglio e porta più vantaggi che non farselo imporre da altri magari tra pochi anni».

«È bene approfittare della consultazione – anticipa la prima cittadina di Onore Angela Schiavi – in quanto non essendoci un quorum saranno le persone che voteranno a decidere se fondere o meno i nostri comuni. I vantaggi sono tanti, non solo economici».

Secondo il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Anelli alle fusioni “è meglio preferire la gestione associata dei servizi perché con le fusioni non è vero che ci sono dei risparmi”.

«Siamo sempre stati favorevoli ai processi di fusione – spiega il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Dario Violi – in quanto sono un modello nuovo capace di fare risparmiare risorse e migliorare i servizi che vengono dati al cittadino. Chiaramente la scelta deve passare da un referendum e deve esserci la volontà di tutti a partecipare a un progetto di fusione. Noi saremo a fianco delle comunità e delle amministrazioni per spiegare cosa c’è di buono nelle fusioni e saremo a disposizione in Regione per valutare l’esito del referendum e, in caso positivo, per procedere nell’ottica della fusione dei comuni. Obiettivo: andare al voto nella primavera del 2017 con un comune solo in questo territorio».

Chi sostiene il no presenta numerosi argomenti. «Perché non è vero che si risparmia – afferma invece il consigliere di minoranza di Rovetta Mauro Bertocchi -, perché cinque comuni hanno più capacità di attrazione di risorse di uno solo, perché aumenteranno i costi dei compensi degli amministratori, perché ci saranno meno persone che dedicheranno il proprio tempo alla cosa pubblica, perché se non si fanno fusioni un motivo ci sarà, perché lo stesso Ministero è freddo nel giudizio sulle fusioni non riconoscendo la fusione come la soluzione a tutte le situazioni, perché devono essere i comuni in montagna a pensare a soluzioni per risparmiare quando si sperpera su altri territori, perché è una soluzione voluta dall’alto e che non cresce dal basso, perché la gestione in forma associata o l’unione già esistente sono soluzioni più adatte al territorio».

Stefano Savoldelli, Matteo Oprandi, Angela Schiavi, Giuliano Covelli e Cinzia Locatelli, i primi cittadini dei cinque comuni dell’alta valle Seriana che entro il prossimo anno potrebbero fondersi, a Decoder hanno, dopo il primo ciclo di assemblee pubbliche con la popolazione, presentato i dettagli del progetto. Con la trasmissione si tornerà a sviluppare l’argomento nei prossimi mesi anche con alcuni momenti di confronto.

Tra le argomentazioni più forti presentate in trasmissione i contributi che il comune unico sarà in grado di attrarre: ben sette milioni di euro in dieci anni, risorse con le quali è possibile effettuare diversi interventi sul territorio e alleggerire il peso fiscale. Per gli amministratori la fusione è una tappa, una conseguenza del normale percorso definito dalle sinergie consolidate negli ultimi anni con l’Unione dei Comuni della Presolana. Non ci saranno variazioni sostanziali per la vita dei cittadini in quanto i servizi resteranno vicini all’utente, ma accentrare gli uffici per tipologia permetterà di fare crescere le competenze professionali e di avere anche maggiori possibilità di accesso a quanto erogato. La fascia oraria sarà più ampia e un residente di uno degli attuali cinque comuni potrà recarsi al front office più vicino indipendentemente dalla sua località di residenza. Ogni centro abitato è inoltre si trova in una circonferenza ideale con un diametro di circa due chilometri e mezzo (con centro a Songavazzo), le distanze non sono quindi insormontabili. Non verranno chiuse scuole ed è stato garantito il mantenimento degli sportelli postali.

Per i dettagli sul progetto di fusione visita questo precedente articolo. 

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