Album of the week

MICHAEL MONROE – One Man Gang

E’ sempre un avvenimento quando il re del rock’n’roll scandinavo Michael Monroe torna con un nuovo disco, quasi a ribadire che lo scettro è ancora ben saldo nelle sue mani.

Circondato da una band di tutto rispetto che vede il suo compagno negli Hanoi Rocks Sami Yaffa al basso, Steve Conte ( New York Dolls ) e Rich Jones ( Black Halos ) alle chitarre e Karl Rockfist (  The Chelsea Smiles ) alla batteria, il buon Michael tira fuori un disco che racchiude al suo interno tutte le caratteristiche principali che lo hanno reso il numero uno incontrastato della scena sleaze rock scandinava e non solo. Dal punk rock’n’roll di “One Man Gang” ( con la presenza di Captain Sensible alla chitarra ), allo sleaze decadente di “Last Train To Tokyo” è subito un mettere in chiaro che nulla è cambiato da quando più di 30 anni fa una piccola band finlandese partì alla conquista del mondo del rock’n’roll, cosa che avvenne solo parzialmente per i noti tragici fatti che tutti conosciamo, ovvero la morte del batterista Razzle in un incidente d’auto alla cui guida c’era il cantante dei Motley Crue Vince Neil. L’inconfondibile armonica di Michael introduce “Junk Planet”, tipico brano del Monroe solista, mentre a seguire arriva “Midsummer Nights” in cui è la melodia a farla da padrona, pezzo potenzialmente di forte impatto radiofonico. Un altro ex Hanoi Rocks si unisce a Monroe e Yaffa in “Wasted Years”, infatti Nasty Suicide presta la sua chitarra per uno dei pezzi più belli del disco, impossibile non spendere una mezza lacrimuccia. Altro pezzo molto melodico è “In The Tall Grass”, un tipo di canzone in cui Michael è diventato maestro in questi suoi ultimi lavori solisti. Completamente diversa è “Black Ties and Red Tape”, poco più di 2 minuti di attacco frontale al sistema, il testo è uno dei più diretti del disco. Andando verso la fine troviamo il classico sleaze di marca Hanoi Rocks in ” Hollywood Paranoia”, atmosfere quasi gitane in “Heaven is a Free State” e il rock’n’roll puro e semplice di “Helsinki Shakedown”, che poi alla fine è quello che Monroe ha sempre fatto con grande conoscenza della materia. Lo scettro è ancora ben saldo nelle mani del Re, eventuali successori dovranno aspettare ancora.

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