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Dagli alpini il “Premio dell’Altopiano” ad Arcangelo Savoldelli

Gli alpini hanno ripreso a sfilare. Non solo all’adunata nazionale, ma anche nei nostri paesi. Come a San Lorenzo di Rovetta, dove è andato in scena il 27esimo intergruppo della zona 17. Occasione anche per consegnare il “Premio dell’altopiano”.

Il gruppo di San Lorenzo, nel quarantesimo di fondazione, ha organizzato diversi appuntamenti. A cominciare da una mostra fotografica sugli alpini e un’esposizione di quadri nella chiesa parrocchiale. Ieri sera (sabato 11 giugno), invece, il concerto dei congedati dalla Fanfara alpina tridentina. Oggi, infine, la sfilata per le vie del paese.

Dal campo sportivo le Penne nere hanno raggiunto il monumento ai Caduti per l’alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro. Poi il ritorno al campo per i discorsi, la consegna del “Premio dell’altopiano” e la messa.

La zona 17 comprende i gruppi di San Lorenzo, Cerete Alto, Cerete Basso, Clusone, Fino del Monte, Onore, Presolana, Rovetta e Songavazzo. Presenti anche diversi rappresentanti dei gruppi vicini, oltre che della Sezione di Bergamo, con il presidente Giorgio Sonzogni in testa. Non sono mancati sindaci e amministratori dei sette Comuni della zona (Rovetta, Castione della Presolana, Cerete, Clusone, Fino del Monte, Onore e Songavazzo), rappresentanti delle forze dell’ordine e altre autorità.

Per il suo saluto, il capogruppo degli alpini di San Lorenzo, Battista Zamboni, ha scelto parole di Indro Montanelli: «Gli alpini hanno infiniti torti: parlano poco in un paese di parolai; ostentano ideali laddove ci si esalta a non averne; adorano il proprio Paese, pur vivendo fra gente che lo venderebbe per un pezzetto di paradiso altrui; non rinunciano alle tradizioni, pur sapendo che da noi il conservare è blasfemo; sono organizzati e compatti, ma provocatoriamente non si servono di questa forza; diffidano dei politici e si rifiutano di asservire ad essi la loro potente organizzazione». Zamboni ha aggiunto: «Ho letto queste parole perché in questo momento storico mi sembrano molto appropriate, soprattutto dopo l’adunata di Rimini».

A seguire l’intervento del sindaco di Rovetta, Mauro Marinoni. «Dobbiamo ricordarci quanto bene hanno fatto e continuano a fare gli alpini – ha detto Marinoni -. C’è una ragione particolare se gli alpini sono il corpo più benvoluto in Italia . Questa ragione è aver saputo coniugare l’impegno come soldati all’impegno civile, soprattutto nella Protezione civile».

È poi arrivato il momento dedicato al Premio dell’altopiano. Un riconoscimento alla memoria di Leonardo Caprioli, il “presidentissimo”, alla guida delle Penne nere italiane dal 1984 al 1998. «Col suo motto “Ricordiamo i morti aiutando i vivi” ha impresso nelle menti di noi alpini lo spirito della solidarietà – ha detto il coordinatore della Zona 17, Emanuele Barzasi -. Con questo riconoscimento vogliamo premiare una persona o un’associazione che si è distinta nel campo del volontariato e nella solidarietà sul nostro territorio».

Il “Premio dell’Altopiano” 2022 è andato ad Arcangelo Savoldelli, pensionato di San Lorenzo. Il motivo della scelta è stato spiegato dal capogruppo Battista Zamboni: «Perché è stato il promotore degli operatori civici, associazione che fornisce un grosso aiuto alla Polizia locale durante vari eventi e manifestazioni». Il premio è stato consegnato dal figlio di Leonardo Caprioli, Marco.

Infine, il saluto del presidente della sezione di Bergamo, Giorgio Sonzogni. «Proprio pensando a uomini come Leonardo Caprioli, pensando ai nostri reduci, ai veci e ai nostri genitori che ci hanno insegnato ad essere alpini, l’associazione continua e non si stanca, anche se siamo fuori tempo per qualcuno. Siamo un’associazione che ama ancora ritrovarsi in ogni occasione, laddove c’è un anniversario, una ricorrenza».

Un riconoscimento è stato consegnato anche a Galdino Baronchelli, uno degli alpini più anziani del gruppo di San Lorenzo. «Questo premio non vuole essere un pensionamento – ha detto il capogruppo -, ma un ringraziamento per quello che hai fatto, per quello che stai facendo e continuerai a fare».

La mattinata si è poi conclusa con la messa celebrata dal parroco di San Lorenzo, don Augusto Benigni.

 

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