Secondo album per il quintetto britannico che alla fine del 2015 aveva rilasciato l’ep “Hypnotize” come antipasto ( vedi articolo su questo portale ) e che adesso ci propone il piatto principale. Dall’ep in questione viene recuperata “Killing Joke”, scelta anche come primo singolo, canzone quasi ipnotica nel suo incedere e che ben si sposa con il bel video realizzato per l’occasione.
La formazione vede accanto al cantante e leader Lawrence Case i due chitarristi Meryl Hamilton e Jon Dawson, il bassista Ash Moulton e il batterista Jonno Smith. L’approccio della band è abbastanza classico, debitore della tradizione britannica ma con qualche spunto più “moderno”. Registrato sotto la supervisione di Guillermo Maya ( già visto al lavoro con gli irlandesi The Answer ) in uno studio di Madrid, l’album si compone di 10 pezzi decisamente di buon livello. Apertura affidata a “Backstabber”, solido hard rock guidato dalla bella voce di Case e che vede un ottimo lavoro della coppia Hamilton/Dawson, subito doppiato da “Long Time Gone”, brano che profuma di Thin Lizzy e che è in possesso di un coro molto facile da memorizzare. “Resolution” si divide tra melodia e parti più aggressive, facendo emergere ancora l’ottima prova di Case, cantante che sembra migliorare di disco in disco. “Lady Divine” si ispira alla classica tradizione britannica, tra Thunder e Whitesnake mentre “Poison” accentua la parte più blues strizzando l’occhio per un attimo anche al sud degli States. “Sleeping in the Rain” è un brano interamente acustico, potrebbe essere definito una ballata ma mantiene comunque un bel piglio ed è uno dei momenti più particolari del disco. Si torna poi a cose più tradizionali con “Black Heart Woman” e “I Hear You Scream” mentre la conclusiva “Walk Away” è un altro roccioso hard rock di buona fattura. Da segnalare infine che l’album è stato realizzato con la formula del crowfounding su un sito tra i più in voga del momento, a riprova che l’interesse nella proposta del giovane quintetto britannico è in crescita.
