Album of the week

LITTLE CAESAR – Eight

Ci sono voluti ben sei anni per dare un seguito ad “American Dream”, album uscito appunto nel 2012 e di fatto autoprodotto dalla band stessa. Questo nuovo lavoro vede invece i rocker americani accasarsi con la Golden Robot Records, nuova etichetta che ha nel proprio roster anche il tastierista dei Guns n’n Roses Dizzy Reed e gli emergenti australiani The Lazys.

Spesso inseriti nel calderone dello sleaze/hair metal di fine anni ’80 primi anni ’90, i Little Caesar hanno da sempre rappresentato l’anello di congiunzione tra quelle sonorità e un approccio decisamente molto più blues, merito anche della straordinaria voce di Ron Young, cantante dotato di una timbrica calda ed appassionata. Della formazione originale oggi insieme a Young troviamo il chitarrista Loren Molinaire e il batterista Tom Morris, a cui si sono aggiunti l’altro chitarrista Mark Tremalgia ( transitato brevemente anche nei Bang Tango ) e il bassista Pharoah Barret. Confezionato con un artwork semplice ma d’impatto, l’album contiene 10 canzoni che rimandano non poco al disco d’esordio uscito nell’ormai lontano 1990, ma senza per questo essere un lavoro per nostalgici..anzi. “21 Again” mette subito le cose in chiaro, un pezzo 100% Little Ceasar, rock’n’roll con subito Young in cattedra e band che gira come un orologio svizzero. “Mama Tried” è un breve viaggio alle radici del rock’n’roll stesso, un genere che è stato inventato dagli americani e che nessuno come loro riesce a trasmettere, facile immaginarsi a bordo di una fiammante hot rod percorrere gli immensi spazi della pianura americana. “Vegas” è un altro pezzo da 90 del disco, l’accostamento con la “Down & Dirty” dall’album d’esordio è subito fatto, mentre “Good Times” è un mid-tempo in cui le chitarre di Molinaire e Tremalgia si ergono a protagoniste. Ma è alla traccia numero sei che i nostri partoriscono il capolavoro, “Time Enough For That” è una ballata splendida, in cui la voce di Young si supera e credetemi quando vi dico che la pelle d’oca continuerà a rimanere anche dopo numerosi ascolti, un brano semplicemente perfetto che solo una grande band può scrivere, andando a fare il pari con la strepitosa “In Your Arms” sempre dal primo album. Altra bella canzone ricca di melodia è “Morning”, mentre in “Another Fine Mess” i cori femminili creano un’atmosfera che ancora una volta ci riporta alle radici del rock’n’roll. Ho assegnato a “Eight” il massimo dei voti perchè credo che dischi come questo siano da portare ad esempio quando si dice che ormai questo sia un genere finito…fortunatamente ci sono gruppi come i Little Ceasar che sfornano prodotti di alto livello..peccato che come al solito se ne accorgeranno in pochi…

 

Condividi su:

Continua a leggere

Bergamo con la valigia, importante premio negli Usa per Enrico
Antenna 2 Tg 26 03 2018