Album of the week

WISHING WELL – Rat Race

“Rat Race” è il secondo album della band finalndese dei Wishing Well, il primo con il nuovo cantante Rafael Castillo, a cui si aggiungono Anssi Korkiakoski alla chitarra, Arto Teppo all’organo Hammond, Juha Kivikanto alla batteria e Rick Becker al basso.

Come già il loro album d’esordio “Chasing Rainbows” del 2016 , anche questo nuovo lavoro si muove su coordinate ben precise legate al classico suono hard rock di fine anni ’70 inizio anni ’80 di band quali Deep Purple, Rainbow e Uriah Heep, per un risultato finale molto molto buono. Per i fan infatti delle band sopracitate questo potrebbe davvero essere uno dei migliori dischi degli ultimi anni, ben suonato e ben prodotto da una band che mostra una conoscenza della materia notevole. “Wheeling and Dealing” apre le ostilità nella migliore tradizione Rainbow, pezzo tirato con grande lavoro della coppia Korkiakoski / Teppo che duellano lanciati a tutta velocità. “Children of Paradise” è il singolo e il profumo del profondo porpora è inebriante, ottima prova di Castillo. Con “Sleepless Nights” sono ancora i Rainbow a fare capolino, hard rock roccioso con furiose accelerazioni con grande lavoro della sezione ritmica.  “Pilgrim Caravan” è il brano più lungo del lotto, sei minuti abbondanti di ipnotico hard rock alla Uriah Heep dei bei tempi. Si torna a pigiare l’acceleratore con la title track, altro bell’esempio di come si possa suonare del buon classic/hard rock anche ai giorni nostri senza per quello sembrare nostalgici. “Falling Out of Love” mi ha ricordato non poco i Deep Purple di “Slaves and Masters” bellissimo album molto  sottovalutato, altra ottima prova di Castillo sulle orme di Joe Lynn Turner. C’è anche il tempo per un breve pezzo strumentale acustico, “A Little Dream”, che mette in evidenza il talento di Korkiakoski, per poi rituffarsi nell’hard rock di “You Cant’ Keep a Good Man Down”  e della conclusiva ” The Day of Doom” , quest’utlima con un lavoro di chitarra molto Thin Lizzy. Last but not least come direbbe qualcuno, la ballata “Grain of Sand”, brano che potrebbe venire fuori dai lavori più blues dei Whitesnake.

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