Album of the week

ANDY MC COY – 21st Century Rocks

Praticamente in contemporanea all’uscita del disco di Michael Monroe, suo compagno nei seminali Hanoi Rocks, ecco arrivare il nuovo album solista di uno dei chitarristi più influenti della scena rock’n’roll di sempre, capace di creare insieme ai suoi compagni d’avventura dischi fantastici che resteranno per sempre nella storia di questo genere.

Dopo la chiusura della sua avventura negli Hanoi Rocks con la reunion di qualche anno fa, avevamo perso di vista il buon Andy, eccezion fatta per il progetto Grease Helmet durato però lo spazio di un disco nel 2012, e l’ep di 4 canzoni uscito l’anno scorso aveva destato sicuramente interesse su un suo possibile ritorno. Negli ultimi anni il nostro è stato impegnato in molteplici attività, non sempre legate alla musica,e il suo ultimo album solista risale addirittura al 1995, per cui di tempo ne è passato veramente tanto. Realizzato con l’aiuto di moltissimi musicisti che si sono occupati di suonare batteria, basso, tastiere e vari strumenti a fiato, l’album si compone di 12 canzoni che ci ripresentano Andy su buonissimi livelli. La title track apre il disco ed è subito rock’n’roll, la voce di Andy guida con piglio sicuro un coro d’altri tempi, e quando arriva il solo..beh, giù il cappello. “Undertow” è un tuffo nel passato targato Hanoi Rocks con tanto di solo di sax, mentre “Seven Seas”, scelta anche come primo singolo, ha quel profumo gitano tanto caro al buon Andy, rimandandoci ai suoi vecchi lavori solisti. “Batteram” è puro e semplice rock’n’roll come ti aspetti da chi ne ha fatto la propria ragione di vita, il ritornello mi ha persino ricordato un vecchio pezzo di Gary Moore…Parlavamo prima di gitano, beh, “Maria, Maria” potrebbe benissimo essere la colonna sonora di qualche film ambientato nel vecchio Messico, al basso e percussioni il vecchio compagno di scorribande Sami Yaffa, affiancato da Jussi69 dei The 69 Eyes e dalla tromba di Antero Priha. Ma è un attimo , perchè il rock’n’roll, quello primordiale e viscerale, torna prepotentemente in “Bible and a Gun”ben supportato dal piano di Pate Kivinen, a metà insomma tra Hanoi Rocks e Quireboys. Molto bella è anche “Give a Minute, Steal a Year”, una ballata decadente e affascinante, piano e voce femminile donano a questo pezzo un’intensità straordinaria. “Soul Satisfaction” è un brano già inserito nell’ep sopra citato e qui rivisto e corretto, un brano dall’incedere quasi tribale, mentre la chiusura è affidata a “This is Rock’n’Roll”, e davvero non credo ci potesse essere una conclusione migliore per un disco che respira, trasuda e dispensa rock’n’roll per tutta la sua durata. Bentornato maestro.

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