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FIGHTER V – Fighter

Forse per qualcuno il nome dei Fighter V suonerà nuovo, ed in un certo senso lo è, ma ai più attenti non sarà sfuggito che la band è la stessa che fino a qualche mese fa si faceva chiamare Hard Dryer, autrice nel 2014 di un ottimo disco chiamato “Off To Hairadise”.

Cambio di nome che non ha però influito sul genere proposto dai 5 ragazzi svizzeri che è di fatto rimasto quello degli esordi, anche se in questo nuovo lavoro la crescita e la maturazione della band è evidente. Trovato un contratto con la Rock Attack, distribuita Cargo, la band è attualmente in tour con i The New Roses, per un’accoppiata davvero interessante che purtroppo almeno per il momento non ha date previste nel bel paese. Ma parliamo del disco, 12 canzoni ottimamente prodotte dal tastierista degli H.EA.T. Jona Tee e mixate da Tobias Lindell ( Europe, Hardcore Superstar, H.E.A.T. e molti altri ) che fanno del quintetto svizzero una belle realtà della scena melodic rock attuale. “Dangerous” , scelta anche come singolo, apre l’album all’insegna di un bel melodic rock che strizza l’occhio alla classiche sonorità scandinave di H.E.A.T. e compagnia, mentre la successiva “Frontline” non può non ricordare i Bon Jovi dei primi due dischi, un gran pezzo di hard rock americano che va di pari passo anche con la successiva “Heat of the City”, in cui spicca la voce di Dave Niederberger, vero punto forte della band elevetica. “Fighter” mi ha ricordato qualcosa dei Magnum meno complicati ma soprattutto i Dare, magari spogliati della loro vena celtica, mentre “Can’t Stop The Rock” è più classica ma assolutamente coinvolgente. “Looking For Action” è un terremotante hard rock tastieristico, una sorta di Rainbow del nuovo millennio con spruzzate di Van Halen del bravo Marco Troxler alla chitarra, mentre “Into The Night” ha quel flavour tipicamente anni ’80 che rende in alcuni momenti questo disco davvero irresistibile per chi ama quel tipo di sonorità. Ovviamente in un disco del genere non può mancare una ballata, “Save Your Love For Me”è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare, brano infarcito di chitarre acustiche e pianoforte, un pezzo che per intenti potrebbe stare in qualsiasi disco di band come Poison o Cinderella, sicuramente un plauso lo merita ancora Niederbeger, dotato di una bella timbrica sempre al servizio della canzone. E mentre le ultime note di “Turn It Up” sfumano la voglia di ripartire dall’inizio è forte, sintomo questo di un disco davvero ben fatto e che coglie nel segno. Per chi scrive uno dei migliori di questo 2019, date fiducia a questi 5 ragazzi elevetici, non ve ne pentirete.

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